Intervista a Francesco Mulas
Nel 1960 ho conosciuto la prima occupazione delle gallerie, dei pozzi occupati dai minatori.
L'occupazione durò circa un mese. Occupare, in quel periodo, significava che i minatori stavano proprio nei pozzi.
Ricordo che per venti giorni non ho potuto vedere mio padre, anche lui laggiù in galleria a Campo Pisano.
Dove oggi c’è il settore meccanizzazione, allora veniva fuori una galleria, più che altro era per l'areazione, veniva chiamata Galleria Livello 23, c’era un cancello e, saltuariamente, piccoli gruppi di minatori uscivano per vedere i loro famigliari.
Mio padre ci mandò a dire con dei colleghi che il giorno sarebbe uscito per incontrarci.
Era dietro una sbarra, dietro un cancello che sembrava proprio una prigione.
Vederlo mi fece impressione, avevo dieci anni, quel suo viso smunto, stanco e provato dalla permanenza in galleria per oltre venti giorni, in un posto dove l’aria che circola è sempre aria rarefatta.
Era davvero stanco, mi fece una brutta impressione.
Si era creata una situazione suggestiva, vedevo in mio padre come qualcuno che stava cercando di difendere qualcosa.