In questa pagina sono disponibili i seguenti servizi:
Menù Orizzontale [1]
Motore di Ricerca [2]
Menù di Navigazione [3]
Mappa Sito [4]

Torna all'inizio della pagina [0]

Salta al Motore di Ricerca [2]

Storie di miniera: intervista a Dante Ennas

jAPS2 Video Example. Flash Needed. You may download Adobe Flash Player to view all the content on this site. Per visualizzare il filmato serve il plugin Flash, disponibile per tutti i sistemi operativi e per tutti i browser. Scaricalo (basta un minuto).

Trascrizione video


“C’era la Casa del Fascio, dove sopra c’erano i dirigenti e dove oggi c’è un … un mobilificio … un mobilificio … uno che vende mobili, un commerciante … e … lì c’era la sede del sindacato fascista. C’era un certo Sig. Diana, era un capo-squadra di miniera e poi c’era il Sig. … Dessì, uno spilungone, lo ricordo che ero ragazzo, un uomo alto … e erano i dirigenti, con il maresciallo dei carabinieri, logicamente, con il direttore, vice-direttore, guardia e capo-guardia … erano coloro che facevano, formavano, il sindacato. E ogni cosa che succedeva lo portavano lì, lo picchiavano … eh … addirittura io ricordo che quando … non solo quando è venuto Mussolini nel trentotto che io ero … ero balilla allora mi ricordo ero a scuola, perché io sono venuto via che stavo frequentando la terza elementare da Montevecchio, ho dovuto ripeterla qui a Bacu Abis … ero balilla, perché balilla era dai sei ai quattordici anni .. ai dodici, quattordici poi diventava avanguardista, giovane fascista, eccetera eccetera … e quando era venuto non solo Mussolini, che ci hanno portato da Bacu Abis qui a Carbonia col carro a buoi e a cavallo dall’azienda agraria di Bacu Abis per … la sera prima, ci hanno messo nelle tende, in tende grandi, una tendopoli, c’era … dove c’è oggi la … la sede dell’Enel, lì in quel campo … era tutto campo allora, non c’erano le case e lì ci hanno fatte aspettare, i ragazzi con le nostre maestre fino alla … al giorno dopo che è venuto Mussolini per l’inaugurazione … diciotto dicembre del trentotto. E mi ricordo che quando arrivavano queste personalità, arrestavano, mettevano dentro tutti questi antifascisti fra cui c’era anche mio papà, mio patrigno, era un antifascista … anche dalla miniera, li aspettavano, non dicevano niente, li aspettavano come uscivano dalla miniera … perché non c’era in quel periodo la gabbia che portava il personale giù … no … allora si scendeva nelle discenderie … a piedi … io non l’ho fatto questo ma il mio papà si, i nostri vecchi, anziani … e come uscivano da lì c’era la medagliera, dovevano andare, prendere la medaglia e andare a casa. Lì dove c’era la medagliera, come uscivano : «Ennas! Vieni con me. Tizio! Vieni con me» e li lasciavano fino a finire [la] cerimonia di queste personalità fasciste che c’erano. Poi si è ribaltato … si è ribaltato perché questo cinema è rimasto cinema però la sede del sindacato, dopolavoro fascista, non era più dopolavoro fascista ma era la sede del Partito Comunista Italiano. E io ero ragazzo allora, avevo quattordici anni, ero entrato appena a lavorare in … all’esterno, però accudivo a tutte queste cose e … vedevo che c’era una gang, una squadra di tre, quattro persone, comunisti, che poi li ho conosciuti, e non c’era allora … non c’era sindacato, logicamente non era ancora nato il sindacato, ne CGIL perché allora era unitario era … si chiamava solo CGIL, Camera del Lavoro, dove assumevano … era diventato un po’ il patrone diciamo … il patronato … e allora spostandomi con questa carriola avevo visto … che si era ribaltata, mentre prima picchiavano i fascisti a[gl]i antifascisti, anche lavoratori che non erano eh antifasc … fascisti, allora si è capovolta la questione e allora assistevo che questi tre o quattro persone, che oggi non ci sono più … eh … allora facevano la posta a colui che doveva buscare.”