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Storie di miniera: intervista a Dante Ennas

Storie di miniera: intervista a Dante Ennas “Nella Casa del Fascio, la sede del sindacato fascista, che oggi ospita un mobilificio, si riunivano tutti i dirigenti:.il Sig. Diana, un capo-squadra di miniera, il Sig. Dessì, il maresciallo dei carabinieri, il direttore, il vice-direttore e la guardia. Gli antifascisti venivano portati lì e, molto spesso, venivano picchiati. Quando mi sono trasferito da Montevecchio a Bacu Abis ero in terza elementare ed ero balilla. Quando nel 1938 venne in Sardegna Mussolini, ci portarono da Bacu Abis a Carbonia col carro a buoi e a cavallo e, una volta arrivati a destinazione, in quel campo dove oggi c’è la sede dell’Enel, ci sistemarono nelle tende e aspettammo con le nostre maestre fino al giorno dopo, quando arrivò Mussolini per l’inaugurazione, il 18 dicembre del’38. Quando arrivavano queste personalità, arrestavano con molta facilità tutti coloro che si dichiaravano, o venivano ritenuti, antifascisti, tra questi anche mio padre. Poi è cambiato tutto: la sede del sindacato, il dopolavoro fascista, è diventata la sede del Partito Comunista Italiano. Io, che allora ero un ragazzo di quattordici anni, e avevo da poco iniziato a lavorare in miniera, assistevo spesso a pestaggi da parte di gruppi composti da tre o quattro comunisti verso coloro considerati fascisti”.

 

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